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Introduzione del libro “Le favole zen del Maestro di HORA”

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Abstract

Il’libro  “Le favole zen del Maestro di HORA”  è rivolto a un ampio spettro di lettori.

In esso sono raccolte più di cento risposte del Maestro zen contemporaneo a domande formulate da  dottori, musicisti, imprenditori, manager, scienziati, insegnanti, casalinghe e studenti di diversi paesi del mondo.

La maniera delle risposte del  Maestro di HORA è orientale,  avvincente,  ma allo stesso tempo  la sostanza delle risposte risulta pragmatica in modo europeo. Per comodità  le risposte sono divise in quattro sezioni simboliche: ” Il Cammino” , “ La Vita”, “ La Famiglia”, “Gli Affari”. 

                                                                              Coordinatore del progetto Mark Gordienko

  Annotazione aggiuntiva.

 Tutte le popolazioni fin dai tempi antichi consideravano il libro un valore indiscutibile, cioè  il libro  rappresentava la porta d’ingresso al deposito  delle conoscenze,  accompagnava l’uomo, veniva gelosamente protetto e si tramandava  di generazione in generazione. Nel nostro secolo tecnologico abbiamo perso  l’energia psichica del tempo eterno e per questo vivo che veniva trasmesso in eredità, per cui è finito quel legame libro-conoscenza. L’Informazione ha sostituito la conoscenza, al posto dell’uomo riflessivo è arrivato “l’uomo–calcolatore”.

Il libro “ Le favole zen  del Maestro di HORA” vi riavvicina a questo mistico deposito delle conoscenze, vi restituisce una riflessione psicospaziale al di là del tempo.

Il libro dà  risposte, suggerisce decisioni infallibili; dal libro proviene un’ infinita carica positiva.  Il Libro coinvolge il lettore in un rapporto vivace e amichevole. Aprite il libro e subito inizia un contatto e voi sentirete: “Questo è il mio, proprio mio libro, quello che io sfoglio e tengo nelle mani… ”

 

Come leggere il libro per provare un legame vivo con il Maestro
/raccomandazioni degli allievi/

 Il Maestro risponde estemporaneamente a domande tematicamente incompatibili, e affinché il lettore entri in un contatto diretto con il libro, raccomandiamo di NON leggerlo sistematicamente, di pagina in pagina. Questo libro va letto quando è necessario riflettere: pensate a qualcosa, aprite il libro e leggete. Oppure fate scorrere un dito sull’indice del libro, dove sentite interesse lì fermatevi e leggete, abbandonate lo stereotipo di una lettura consequenziale, ciò non si addice a questo libro.

Solo in questo caso il libro funzionerà, e diventerà per Voi un libro vivo, un amico, un compagno un confidente.

                                                                                                                      Gli allievi del Maestro

                                                                                               Mark Gordienko e Pavel Bessmertnyj



Introduzione che bisogna leggere
.

Il mito del Libro del Tempo, del Libro delle Risposte, del Libro dei Destini è noto a tutti i popoli.

La sostanza di questo mito: lì dove non c’è tempo, lì esiste l’Immortale Maestro del Tempo. Di fronte a lui c’è il Libro del Tempo, che lui a volte sfoglia. Lui è quello a cui questo Libro si apre, e lui è quello che può leggere questo Libro. E il Libro dei Tempi dà risposte come il Libro dei Destini. Aprendolo, lui con il dito sacro indica il punto di partenza. Questo tempo è qui e ora. Un po’ più su c’è il passato, un po’ più giù c’è il futuro, per dirlo con un’espressione moderna – legame causa-effetto.

“Le favole zen” sono a loro modo un miracolo ripetuto all’infinito. Non è una carta sacra, non è stampata dai santi , non è scritta con la lingua immortale degli angeli.

Anche le mani che apriranno questo libro non sono mani di santi, di angeli. Ma a voi si propone di credere in se stessi. E se Voi avete una domanda sincera, emotiva mettetevi alla prova e aprite qualsiasi pagina. Puntate col dito su una riga qualsiasi e lì dove il dito indica, questo è qui e ora. Un po’ più su nel testo c’è la causa passata e un po’ più giù c’è l’effetto-futuro. Potete provare anche mille volte, non ha importanza la vostra età. L’importante è fare le domande onestamente. E se non riceverete una risposta completamente esatta, potrete dire che “questo non è zen, non è un miracolo”…

                                                                                                                           Maestro di HORA

.

Che significa un miracolo lo sanno tutti. Ma come spiegarlo nessuno lo sa. Perchè un miracolo è un miracolo. Ma sappiano cos’è un miracolo… con lo zen si ha la stessa situazione. Adesso dappertutto praticano la meditazione – cioè lo zen, e si crea l’illusione che tutti lo conoscano. Alla domanda “spiegate cosa è questo” , nessuno dà una risposta concreta – né in Oriente, né in Occidente. Cioè, noi non sappiamo spiegare il nostro miracolo, ma lo zen , in qualsiasi modo, è un miracolo a cui ci si può allenare.  E per questo per la nostra mentalità lo zen si è trasformato in fantasia miracolosa.

 Che significa maestro, anche questo lo sappiamo. Ma la parola “Master” si traduce come specialista. Se questo è un maestro vasaio, significa che lui  è uno tra i migliori specialista vasai. Se dicono che questo è un maestro sarto o calzolaio significa che questo è uno specialista nel suo campo. Se dicono “maestro zen” significa che lui è uno dei migliori specialisti che praticano lo zen. Fate attenzione: pratica, cioè esercita un miracolo. In modo Orientale: realizza il Disegno-Cammino, diventa un partecipante attivo del Disegno-Cammino. Dalle parole del Maestro: interpretare il mito del Maestro del Tempo nella concezione zen  significa realizzare con se stesso l’eternità, in assenza di tempo.

 

Dicono che le favole sono la saggezza del popolo. Le favole sono come i sogni: in esse come in un sogno si può evitare ciò che non è possibile evitare o realizzare in modo miracoloso, anche ciò che è impossibile. E quello che non si può realizzare, porta un carattere di trasmissione orale. In questo modo si comincia una programmazione dell’inconscio del collettivo , perché le masse realizzino ciò che è impossibile fare da soli.

Se non puoi realizzare un disegno individuale, allora devi coinvolgere tutti gli altri. Esempio: uno stupido vuole essere intelligente, un debole vuole essere forte, un fifone vuole essere coraggioso, ed  un pigro, chissà perché, vuole diventare uno zar. Per trasformare lo stupido, il debole e il pigro, bisogna per forza coinvolgere tanti, quanto più sono tanto meglio. Così si realizza nella favola il sogno di un pigro creativo, un idiota. E tutti si entusiasmano perché si  illudono che  se uno stupido ha potuto realizzare il suo sogno, allora loro che sono così intelligenti possono realizzare ancora di più. Ma no, non tutti sono destinati a nascere stupidi fortunati .

Con lo zen si ha la stessa situazione dello stupido della favola. Noi tutti collettivamente siamo coinvolti nello zen e lo zen nella moderna variante occidentale è diventato come una favola moderna: una fantasia mistificata.. Non un cammino di realtà, ma una variante moderna della “saggezza popolare”. Così con la trasmissione orale le favole oggi sono diventate cittadine.

Gli scaffali sono pieni di libri e di film moderni, e questa è la risposta ai nostri desideri. Cioè: per noi le favole e lo zen sono diventate la stessa cosa: “e che sono  peggiore dello stupido fortunato della favola? Sono più capace, più intelligente”.

 Per questo il libro del Maestro si chiama “favole zen”.

Provate da soli e assicuratevi che di fronte a voi ci sia un miracolo moltiplicato.

Il miracolo moltiplicato è un duello zen infinito a suo modo moltiplicato nel tempo infinito e nelle generazioni. Il libro delle riposte del Maestro è come una spada dei samurai nelle sue mani.

Il maestro zen è come un immortale Maestro del Tempo, non perde, è per sempre condannato alla vittoria. Provate, aprite il libro. Le condizioni del duello: la tua domanda deve essere onesta.

E’ garantito, nessuno si annoierà con questo libro;  è un libro positivo, che ti aiuta ad uscire da qualsiasi vicolo cieco. Il duello col Maestro di zen è una sconfitta garantita, ma se voi siete onesti, allora sarà anche una vittoria garantita.

Questa sconfitta con il Maestro zen è un particolare tipo di training. Più precisamente, è un training zen. Così,  vi abituerete perdendo a vincere positività. Avrete una chance di collaborare con il tempo e diventare un partecipante attivo nella creazione del proprio futuro positivo. 

 

 

                                                                                        Gli allievi del Maestro:

                                                                          coordinatore del progetto Mark Gordienko

                                                                          redattore di libro e Pavel Bessmertnyj

 

 

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MISTICISMO EVOLUTIVO  HORA®

Per l'importanza del tema Vi proponiamo una stenografia della presentazione

Il materiale è stato proposto al pubblico nella presentazione dell’autore delle libro “ Le favole zen del Maestro di HORA ” (un moderno maestro zen) che si è  tenuta  il 6 maggio 2009 in una libreria di S. Pietroburgo.

Tema:
Presentazione del Maestro di HORA.
Correlazione:
l’insegnamento moderno e l’insegnamento arcaico e antico del misticismo.
Correlazione: maestro-allievo, di cosa si tratta.

Presentazione del Maestro


Svetlana:
Salve, mi chiamo Svetlana Cistiakova. Sono una leader della pratica evolutivo-meditativa HORA. Una delle principali categorie di questa pratica si chiama Programma femminile. Io  guido e dirigo questo programma.

Ho avuto l’onore di presentare il libro del Maestro di HORA “Le favole zen”. E’ difficile farlo, perché l’autore è praticamente sconosciuto, perciò vi parleremo dell’autore e scoprirete il libro.

Mi darà una mano in questo Galina Inaeva Drosdova, che conosce il Maestro già da 20 anni, ed è uno dei tre redattori che hanno aiutato il Maestro ad adattare il suo particolare ritmo linguistico, quindi i testi, alla nostra mentalità.

Il Maestro parla in versi liberi: a sentirli questi versi affascinano, ma sono difficili da comprendere. Per questo il linguaggio del Maestro è stato passo dopo passo adattato alla nostra mentalità.

Alcune parole sul libro. Nelle “Favole zen” ci sono più di cento domande e risposte. Cominciamo dalla quarta pagina di copertina. C’è scritto: “… potete aprirlo a qualsiasi pagina, a caso, e se essa non vi attrarrà immediatamente, allora non è il caso di comprare il libro…”

Lo possiamo verificare qui, adesso, sul posto. Apriamo il libro a caso e lì dove cade l’occhio, cominciamo a leggere. Leggiamo solo qualche rigo, ci vuole poco tempo.

Se il libro non vi attrae, non v’interessa, niente di strano, significa che non è il vostro libro.

Attenzione:  Per la prima volta si propone al lettore un testo zen in un libro zen.

Questo libro è come un vino: quando si stappa una bottiglia di vino lo danno ad assaggiare a chi ne capisce. San Pietroburgo è una città particolare, che si distingue per la sua intuitività intellettuale.

Io vi propongo di comportarvi come un buon sommelier: aprite il libro a qualsiasi pagina, leggete alcune righe e valutate qual è il gusto intellettuale del libro e valutatene il bouquet.

Se questo è il vostro libro, bevetelo  con piacere. Gustatevelo.

Continuiamo.

La maniera delle risposte del  Maestro di HORA è orientale,  avvincente,  ma allo stesso tempo  la sostanza delle risposte risulta pragmatica in modo europeo.”

Dopo averlo assaggiato giudicate questo “vino”: orientale?... Sì, ma pragmatico. Corrisponde questo bouquet a ciò che è scritto qui? Si abbinano questi due gusti?

Io ho parlato un po’ dello stile della scrittura, così avete avuto la possibilità di avvicinarvi un pochino all’autore del libro.

Sull’autore vi parlerà in maniera più approfondita Galina., che  lo conosce già da 20 anni.

Galina:

Mi chiamo Galina Inaeva Drosdova. Ho terminato l’istituto politecnico di San Pietroburgo, e quindi la mia specializzazione è la matematica. Dopo il diploma, sono rimasta ad insegnare qui, quindi, posso dire di avere una buona preparazione a livello europeo.

Ho conosciuto il Maestro 20 anni fa e quello che vidi, mi meravigliò, ebbi uno choc. Il lavoro dell’intelletto del Maestro non era comparabile con nient’ altro che avevo visto fino ad allora, ed io ho con che cosa paragonare.

Ero capitata in un’accademia assolutamente di un altro tipo: è come dire leggere Platone o Pitagora, lo stesso modo di esprimersi, catene logiche…

Il tipo di pensiero può essere paragonato sia con la poesia che con la matematica contemporaneamente, e ricorda fortemente la lingua degli antichi filosofi. E’ come se all’improvviso mi avessero trasportato nel tempo, molto lontano, ma straordinariamente vicino.

In altre parole mi ero imbattuta nella sorgente di tutte le istruzioni. La cultura Europea, ancora oggi ne porta la sua impronta.

Svetlana vi racconterà più dettagliatamente di questa antichità e contemporaneità.

Svetlana.

Un bel tema, che m’interessa molto. Il tipo d’istruzione moderno è diverso da quello in cui ci siamo imbattuti presso il Maestro. La scienza europea si occupa dello studio degli oggetti di questo mondo, li divide in componenti, in piccoli dettagli ed ogni dettaglio è un nuovo oggetto. E così all’infinito.

Il tipo d’istruzione antico è la comprensione dell’oggetto, utilizzando la tensione della propria psiche. In altre parole, si esercita la psiche, a cui segue l’intelletto.

La cosa più importante da capire è che se si esercita l’intelletto come siamo abituati oggi, l’intelletto esaurisce la psiche.

Mentre l’intelletto che segue la psiche, costituisce un diverso training di concentrazione, quindi un’altra istruzione, dove l’intelletto diventa psicointelletto.

La cosa più importante in questo tipo di training è la capacità di rallentare il moto dell’intelletto, la perfezione sarebbe fino ad una completa fermata, a differenza dell’istruzione moderna, dove i giri dell’intelletto s’intensificano e s’intensificano  e perciò bisogna poi collegare (all’intelletto) un macchina artificiale.

In sostanza, l’uomo-macchina è il moderno prototipo di quello psicointelletto che si è perso dai tempi antichi.

 

Che cosa è importante capire. Alla società conviene il tipo d’istruzione, insegnamento e scienza moderni. E’ veramente conveniente, per l’economia, per il paese, per la nazione.

Invece, il tipo antico conviene a se stessi. Perché questo è il metodo per capire se stessi; per realizzarsi, sia psichicamente, che intellettualmente, che fisicamente. (Che cosa vuole la società moderna? Che l’uomo stia bene. Che lo vogliamo o no, tendiamo verso questo. In altre parole il futuro è questo.)

L’obiettivo di questo sforzo può essere qualsiasi cosa, compreso le domande che si pongono.

Galina:

Che cosa abbiamo: due tipi d’istruzione, uno utile alla società, l’altro a se stessi. Ma di che si tratta? L’ho già detto, io ho una buona esperienza.

Il metodo d’istruzione dei giorni nostri e quello antico sono differenti, molto differenti.

L’istruzione moderna significa: un gran numero di studenti che viene selezionato attraverso i test, così come gli sportivi, il migliore, il migliore, il meglio del meglio: campione olimpico o premio nobel. Le selezioni sono così.

Al contrario nella variante dell’istruzione antica che si è ancora conservata, si accetta l’allievo che ha mandato il signore, senza esami d’ammissione. E non si cerca il genio o il super genio.

C’è l’opinione che in Oriente il Maestro cerchi gli allievi. Forse è anche vero, ma il nostro Maestro non ne ha mai cercati. Egli ha accettato quelli che CORRETTAMENTE sono andati da lui. L’accento sta su “correttamente”.

Nel sistema europeo delle coordinate di QI un tale allievo forse non supera nessuna selezione; forse il suo QI è molto basso.  Ma non ci fanno neanche caso.

Io sono testimone di quando il Maestro insegnava ai meno capaci e, in un periodo brevissimo, ha raggiunto dei risultati inimmaginabili. Ciò riguardava il training dinamico, su cui in un modo o nell’altro c’era una certa informazione: si tratta di un serio training dinamico, fatto in un breve lasso di tempo. In un paio di mesi grazie al Maestro hanno raggiunto la propria realizzazione dinamica. In qualsiasi arte marziale è al di là di ogni immaginazione.

Il mio cammino è stato intellettuale, in genere mi hanno aiutato a frenare ciò che si muoveva, in modo che io potessi vedere che cosa si muoveva. O che cosa lo muoveva. In questo era la mia curiosità. Il risultato…

Ciò significa che invece che tensione del pensiero, c’era il volo. Così come l’aquila si libra nei flussi ascensionali, allo stesso modo la vostra mente si libra nei flussi del pensiero. E’ un mondo sensoriale, un mondo molto libero, affinato ed è bello senza limiti. E lì non c’è tensione del cervello. Per un po’ di tempo voi siete lì, a casa, ed è una sensazione che non si può paragonare a nulla.

E chiunque abbia studiato in un’università europea mi capirà benissimo: è una cosa da invidiare. A dire tutta la verità, a volte mi invidio da sola, perché in realtà non è poi così semplice.

CHIUNQUE abbia provato almeno una volta questo gusto, lo cercherà per l’eternità.

Io sono rappresentante di un certo ambiente, non si può dire molto grande, ma comunque di cui fanno parte molte persone. Intellettuali di un certo tipo. Io li capisco bene perché io stessa sono una di quelli, e tutti ci assomigliamo un pochino. Ci sono anche altri intellettuali, di tutta altra specie. Ma chiunque di noi, chiunque, per quello che ho detto darebbe la mano sinistra, e poi la destra e poi tutto il resto.  Perché questo è ISPIRAZIONE ALLO STATO PURO. Per noi in questo è la luce della vita, che detto in una bella lingua antica è il dono degli dei.

Nel libro c’è questo sentore, altro che se c’è, si sente. E’ proprio un ottimo vino, molto sottile, aristocratico.

Che cosa bisogna prendere in considerazione. Una parola molto breve: training. Ci si può esercitare in tutto.

Io ho cercato, come ho potuto, di trasmettervi questo “sapore”, mentre Svetlana vi può raccontare cosa succede a livello di psicocorpo.

In questo modo, parlando dell’autore delle “Favole zen”, tocchiamo la sfera dell’intelletto, della psiche, e del lavoro corporale. Contemporaneamente.

Svetlana:

Io non ho un’istruzione europea così buona, ma sono stata fortunata, ho avuto un altro tipo d’istruzione: antica, arcaica.

Per una donna è la variante ideale d’istruzione. Training dello psicocorpo, si esercita lo psicocorpo. Si esercita non un astratto “psico”, ma anche il corpo contemporaneamente. In questo modo lo spazio della mente si collega con lo spazio del corpo e le possibilità aumentano.

Il training in apparenza non è complesso.

Il training europeo è un lavoro con tensione al 100% dei muscoli.

Nel nostro training, invece, quando si cambiano i parametri del corpo, cambiano i parametri del cervello. Cambiando i parametri del cervello, cambiano i parametri del corpo.

Che tipo è l’istruzione del Maestro? Quando il Maestro parla con un allievo, lui parla  non con la persona che lo guarda e pensa, lui parla con la persona che è all’interno, dietro le parole.

Quando NOI parliamo con una persona, ci sembra che egli risponda al nostro modo di pensare. Ma in questo momento nella persona si sviluppa un secondo piano, un flusso parallelo di pensieri, l’attenzione si distrae.

Un analogo: quando vi addormentate, questo flusso si manifesta bene, scompare la concentrazione, l’attenzione si distrae, l’attenzione crolla.

La mancanza di concentrazione in una lingua più semplice può essere definita disattenzione. Il Maestro lavora proprio con l’attenzione. Non con la concentrazione rigida, quando si corruga la fronte, ma proprio con l’attenzione.

A base dell’istruzione si prende il tipo d’attenzione infantile, la psiche mobile infantile; non un tipo di concentrazione adulta. Il bambino ha una mente più fresca, ha più possibilità di apprendere, e lui non corruga il cervello.

In questo modo il training dello psicocorpo è il training dell’attenzione infantile, e la prontezza di cambiare, la prontezza di adattarsi, la prontezza di imparare, quindi qualsiasi capacità fino a diventare “mowgli”.

Lo spazio della mente, lo spazio del corpo non viene schiacciato dalle priorità evidenti, è libero.

Lo spazio “io” è semplicemente libero in maniera infantile: il corpo, la psiche, la mente sono liberi, e tutto questo è controllato dall’uomo adulto.

Questo tipo di coscienza è sempre fresca, non stanca,  non si corruga la fronte come è solito. E’ come tornare indietro nel tempo, in sé, e storicamente è come tornare nel mondo arcaico, in una profondità arcaica.

E’ un altro training, un altro psicotico, un’istruzione completamente diversa.

Quindi, è come se una persona avesse due flussi: uno diurno, l’altro notturno. Il diurno è tensione (sia nel cervello, sia nel corpo), quello notturno distensione (sia con il cervello, che con il corpo).

L’obiettivo minimo del training è l’aumento del coefficiente di rendimento utile. E’ lavoro e riposo contemporaneamente, è una vita più ricca di significato, più luminosa, più vivace.

Io in due parole, parlando del Maestro, vi ho raccontato del suo programma femminile.

La nostra concentrazione dell’attenzione si muove sempre, sia di giorno che di notte, anche nel sonno. Quando vegliamo e quando dormiamo la nostra concentrazione dell’attenzione si muove sempre, nel flusso diurno e nel flusso notturno. Secondo il Maestro io ho un flusso notturno del 70% circa e uno diurno del 30%.

Parlando di me, parlando di queste percentuali (sintesi: giorno e notte) io dico in che lingua sono scritte le “Favole zen”.

Galina:

Io, a differenza da Svetlana, al contrario ho un flusso diurno di circa il 70% e quello notturno del 30%, e di conseguenza, una lingua più pragmatica.

Queste percentuali rappresentano in un certo qual modo l’equilibrio della conscio e del subconscio, la bilancia psicoenergetica. Ogni persona ha il suo equilibrio, che come le impronte digitali è unico. Non ne esistono due uguali.

Io come una persona pragmatica, come matematico, capisco che il tipo di pensiero 70 su 30, corrisponde alla sezione aurea. Il fatto che io mi trovo con il Maestro nel flusso diurno è evidente: Non solo, io anche nel flusso notturno mi immergo, e lo posso verificare già da 20 anni.

Come conseguenza la mia lingua matematica pragmatica ha subito dei cambiamenti: è diventata viva, più poetica, non arida, non rigida. Nello spazio della mia mente, gli oggetti matematici diventano vivi, sensoriali; il mio mondo interno, il mio spazio si vivacizza.

Conosciamo la storia della matematica, come si è sviluppata questa arte, che solo poi è diventata scienza. Essa è stata generata proprio da quelle persone che ritengono la scienza un’arte. Da queste persone è nata la matematica e la filosofia,  le psicopratiche, cioè in lingua moderna i mistici, gli yogin. Per loro lo spazio “psico” è intorno a loro, dentro di loro, un tutto unico vivo.

In greco “psico” significa anima. Per queste persone lo spazio interno ed esterno dell’anima si percepisce con un tutt’unico vivo. In questi venti anni ho potuto capirlo.

La pedagogia moderna è la selezione del QI e il vaglio attraverso cui passano gli studenti. In pratica, il pedagogo non si sforza, questo per lui lo fa il sistema, il modello, gli esami, la selezione. E tutto inizia dagli esami d’ammissione. O rispondi agli standard minimi, o no.

Lo studio dal Maestro- insegnante non corrisponde a questo schema, è del tutto diverso. Il Maestro-insegnante non cerca l’allievo: chi è venuto e ha bussato correttamente alla porta – l’accento su “correttamente” – significa che è stato mandato da Dio.

Allo stesso modo, il Maestro parla e lavora con chi ha bussato correttamente alla porta nel regime di questi due flussi. E quello che risulta dominante non ha nessuna importanza per lui . Si prende la persona per quella che è, in questo modo si rispetta sia la personalità soggettiva, sia l’individualità. E. quest’individuo non è sottoposto all’umiliazione del vaglio degli esami.

Se la persona non ha superato gli esami, è come se non fosse del tutto sufficiente, se invece li ha superati allora si stimola – che bella parola - l’arroganza. Si carica.

A conclusione: in questo tipo d’insegnamento, come presso il Maestro, ogni allievo è come uno straniero.

E ogni allievo è una lingua straniera, con cui il Maestro viene a contatto; l’impara dall’allievo sul momento, così che parla con lui nella sua lingua, la più vicina a lui.

In che cosa consiste il segreto? Ogni persona ha la sua memoria viva del legame con gli oggetti dello spazio intorno a lui. Il suo spazio interno è legato attraverso i sensi con questi oggetti in un tutto unico.

Quindi, è tutto semplice. L’allievo inizia a percepire lo spazio intorno a lui e lo spazio dentro di lui come un solo “psico”.

Possiamo dire di aver presentato il Maestro, ed ora posiamo passare dal Maestro al libro “Favole zen”.

Svetlana:

Lo zen, le favole, il miracolo.

Per parlare dello zen, bisogna parlare delle favole. Per parlare delle favole bisogna parlare del miracolo. (legge) “Le favole zen sono un tipo di miracolo.” Il miracolo lo conosciamo… Con lo zen si ha la stessa situazione. Oggigiorno dappertutto si pratica la meditazione, cioè lo zen, e si crea l’illusione che tutti lo conoscano”.

Come s’insegna il pensiero meditativo, lo abbiamo detto in cinque minuti. L’insegnamento meditativo avviene in due flussi, vale a dire indirizzato ad ambedue gli emisferi (continua a leggere).

“Oggigiorno dappertutto si pratica la meditazione, cioè lo zen, e si crea l’illusione che tutti lo conoscano. Alla domanda”spiegateci di cosa si tratta” non c’è una risposta chiara.” I LIBRI sono scritti e non c’è risposta. “…né in Oriente, né in Occidente. Ossia non possiamo spiegare il nostro miracolo, mentre lo zen, come la giri e cole la volti, è un miracolo che si esercita”

Ma come si esercita questo miracolo, come prende piede? Grazie al Maestro. E questo succede in un normale colloquio. Per questo nella nostra mentalità senza questa tradizione lo zen si è trasformato in fantasia fiabesca. Questo libro si sarebbe potuto intitolare”fantasia zen”. Ma sarebbe stato troppo stupido.

Anche le favole sono qualcosa di simile al miracolo. La loro bellezza sta nel fatto che esse portano l’impronta del flusso diurno e notturno. Esse tengono conto sia delle persone con un intelletto particolare, sia delle persone con una percezione sensoriale del mondo sviluppata.

Di questo nelle “Favole zen” si parla un po’ di più. Ogni risposta va bene sia per un rapporto giorno notte 70/30 che 30/70. Prendetelo e leggete. Vi piacerà.

Le risposte sono adatte a qualsiasi tipo di persona. Per questo all’inizio abbiamo detto: testo zen.

Aprite a caso il libro e leggete qualche frase. Se non vi hanno interessato, non vi hanno attratto, significa che i flussi del giorno e della notte non sono in equilibrio. Se invece vi hanno interessato, allora sapete che è stato attratto sia il conscio che l’inconscio.

Il libro costringe sia il conscio che l’inconscio ad entrare in funzione, e questo succede senza alcuna tensione.

Galina:

Vi leggerò l’introduzione del Maestro stesso: risulterà più semplice, sono solo poche righe. Non è una cosa lunga.

“L’introduzione che bisogna leggere. Maestro di HORA. Il mito del Libro dei Destini, del Libro del tempo è noto a tutti i popoli. Lì dove non c’è tempo, lì c’è il Maestro immortale del tempo”

Traduco in una lingua più vicina alla scienza: se lì ci fosse il tempo, lì il Maestro del tempo non ci sarebbe. Sarebbe morto. E per questo il Maestro immortale del Tempo è al di fuori del tempo. Lì dove c’è il tempo, lì c’è la scomparsa. Lì dove non c’è tempo, lì c’è l’eternità. Una lingua più scientifica.

“Davanti a lui c’è il libro del tempo, che a volte lui scorre. Lui è quello a cui si apre questo libro” Se vogliamo tradurre questo in lingua moderna, si tratta di una profonda psicotecnica, dove la memoria è come un libro: e il Maestro sfoglia questo libro. Inoltrandosi nel subconscio, nella coscienza arcaica e ancora più giù: idealmente fin all’inizio dei tempi.

Come si sfoglia, esempio.

Il Maestro dice all’allievo: “Sorridi” (in quel caso si trattava di Svetlana, io le sedevo accanto). Il maestro dice: lì c’erano circa 15 sorrisi, e soltanto l’ultimo era sincero” Allora io ho chiesto come avevi capito da dove venivano? Il tempo si è riavvolto indietro?

Svetlana: Sì, t’inoltri nello spazio del tempo, andando indietro di 10-15 anni…

Galina: Naturalmente, perché ciò avvenga bisogna essere un talento. Ma accanto al Maestro, queste cose avvengono molto facilmente.

Io parlo di questo perché vi sia chiaro come il Maestro di zen legge le domande, le intende. Non è un sorriso. Ogni domanda è una forma mentale, un oggetto.

Sul libro

“Lui (l’immortale Maestro del Tempo) è colui a cui questo libro si svela, e quello che può leggere questo libro. E il libro del tempo dà risposte come il Libro dei Destini”.

Che cosa interessa più di tutto gli uomini? Il nostro destino personale. Tutti noi vogliamo che sia fortunato. E proprio per questo è usata l’espressione dei destini. E le risposte sono date in modo positivo. Ne deriva: come porsi positivamente. Non ciò che avrebbe dovuto essere, ma come costruire il proprio destino nel tempo, perché sia propizio. Leggo oltre

“Aprendolo, lui con il suo santo dito indica il punto. Un po’ più su è il passato, un po’ più giù è il futuro”. Per dirlo con un lessico moderno, sfoglia il legame causa-effetto. Non proprio una lingua scientifica, anzi più precisamente, in una lingua affatto scientifica. Questa è l’antica buona lingua, dove l’arte e la scienza non sono divise.

Abbiamo parlato del movimento dell’”io” dal flusso diurno a quello notturno e viceversa. L”’io” si muove in questo legame causa-effetto del coscio e del subconscio. In un flusso, un destino, nell’altro flusso un altro destino, e questi destini si scontrano nell’uomo stesso.

Ossia, dentro ogni uomo c’è il suo proprio doppio, con cui lui vorrebbe incontrarsi e non riesce a farlo in nessun modo, perché in caso di incontro di due deve restarne uno. Nella nostra lingua: non ti nascondi da te stesso, e basta.

L”io” umano si è perso in questo caos temporale di conscio–subconscio. Matematicamente: nei flussi cosmici parallelo-intersecantesi del conscio-subconscio. Non sono due, sono di più. I flussi sono infinitamente tanti, un oceano. Come base ne abbiamo presi due, perché è più semplice parlare.

Così, chi si muove facilmente in questi flussi, è, naturalmente, nel tempo che si è fermato, lì dove non c’è tempo, perchè l’”io”-intelletto si ferma. E si muove nello spazio “psico”. “Psico” non si divide in molti “io”, ma diventa uno.

Nella conversazione con il Maestro noi ci muoviamo costantemente nel tempo, in tante direzioni e in tanti periodi di tempo (vi ricordo l’esempio con il sorriso: in solo secondo un enorme spazio della vita umana, del destino umano, dell’esperienza umana). Quindi, ne deriva che ci muoviamo sulla CRESTA DEL TEMPO.

Ho cercato di illustrarvi brevemente la semplicità di questo libro, come un sorriso. Ma anche com’è avanti: quanto è capace questa semplicità.

Dai molti “io” in un solo sorriso viene fuori il più sincero. L’aiutano a poggiarsi su di sé. Il libro delle risposte è organizzato così. Quanto è all’avanguardia, giudicatelo voi.

Svetlana:

Continuo a parlare del libro. Della copertina. Le parole più belle, sono zen e Maestro. Come il Maestro zen risponde alle domande, allo stesso modo e insegna.

Mi spiego. La normale istruzione che riceve uno studente dall’insegnante: arriva, si siede, ascolta che dicono, scrive, riassume. E durante tutto questo ama “acchiappare le cornacchie”: l’attenzione è attratta delle “cornacchie”, immagini, forme mentali.

Il suo”io”-attenzione si muove costantemente tra il flusso diurno e notturno. In questo flusso lui acchiappa le cornacchie (ossia, una forma mentale).

Gli oggetti emotivi che ha nella testa sfrecciano rapidamente, gli mozzano il respiro, gli comprimono il corpo. E lui si trova in uno stato d’agitazione emotiva invisibile per l’occhio.

Ossia, assorbe l’informazione, e se vogliamo fare un paragone con il nastro magnetico, la registrazione avviene su un nastro già usato. L’informazione è agitata dalle emozioni, si confonde, si deteriora. Due “io”, due flussi in conflitto.

Come in Oriente di solito si concepisce lo zen. Il tipo d’insegnamento zen. L’allievo di solito si siede in una posa comoda, postura dritta. (lo mostra) Il passo successivo: cerca in misura delle sue forze di rilassarsi.

Una delle zone principali e più complesse è proprio il fondo emotivo invisibile, di cui abbiamo appena parlato. Se potete rilassare questo fondo, allora le possibilità che “io” e “io”  si scontrino  diminuiscono, il flusso diurno e quello notturno entrano in una zona di armonia, e l’”io” diventa più permeabile all’apprendimento delle informazioni e delle nozioni. La meditazione è la trasmissione attiva di nozioni.  Entrando in contatto con il Maestro, qualunque persona istantaneamente (spiego: qualunque persona che abbia bussato correttamente alla porta),  se il Maestro entra  in contatto con lui  “Maestro-allievo”, si rilassa. E non ha importanza se si tratta dell’insegnamento della ginnastica o semplicemente di una conversazione. O, come in questo libro, di domande e risposte.

La prima cosa: il Maestro istantaneamente si trasfigura, entra istantaneamente in una quiete profonda. E da questa profonda quiete, sul nastro dove non c’è nessuna contaminazione emotiva, risponde non dalle sue personali emozioni, sensi ecc., ma risponde dal luogo, dove l’“io” è depurato da se stesso e si trova al di fuori del tempo.

Com’è? Per capirlo basta guardare per 20 secondi queste registrazioni. Non c’è niente di soprannaturale; c’è solo la normale ginnastica del Maestro. Una condizione: si prega di guardare per 20 secondi sullo schermo senza disturbare i vicini.

(Dimostrazione della videoregistrazione)

Svetlana

Test HORA

(Test dei contrari estremi):

Test A

Cercate di contrarre i muscoli del volto. Se sentite che è difficile – come se i muscoli dormissero – dovete capire che avete un profondo rilassamento psicofisico. (Vedi “Luogo, ruolo e predestinazione dello yoga”: patente, mimica del volto).

Test B

Provate a stringere la mano a pugno. Se sentite che vi risulta difficile – come se i muscoli dormissero – dovete capire: avete un profondo rilassamento psicofisico. (Vedi i depliant: mano-istinto-segni-i sette cieli).

Fate attenzione: i test della tensione non hanno annullato la quiete profonda.

Galina:

In alcune persone la mano reagisce più rapidamente. E’ del tutto normale, perché voi emotivamente avevate cominciato a risvegliarvi attraverso il volto. Si può fare lo stesso esperimento, soltanto cominciando dalla mano.

Ossia, attraverso questi test vi risvegliano, vi portano fuori dalla zona del rilassamento meditativo, vi costringono ad uscire. L’accento non va su rilassamento, ma sulla parola “MEDITATIVO”.

Il rilassamento meditativo, che esce con un’onda, emana, si diffonde dal Maestro, non è né il flusso notturno, né quello diurno, è quel nastro, su cui questi due flussi coesistono, vivono.

Io sono comunque una persona di scienza, e come persona di scienza ho capito , quando il Maestro mi ha mostrato questo sul fuso giornaliero della Terra: c’è un confine dove la notte non è ancora finita, il giorno non è iniziato: il mattino. Il giorno non è terminato, la notte non è ancora iniziata: la sera. Il  confine, l’ombelico.

E’ come un circolo, come due mani che si stringono insieme. Come il Maestro me lo ha mostrato sulle mani? In un posto, il passaggio dal giorno alla notte, in altro, dalla notte al giorno.

In questo momento tutto si azzittisce, nella natura regna un profondo silenzio. Io l’ho osservato attentamente. Il mondo effettivamente si arresta per un istante. Ancora un attimo e gli uccelli spiccano il volo, cantano. E la sera accade la stesa cosa.

Il Maestro lo ha spiegato, come lo avevano spiegato a lui: le creature terrestri e tutta la natura incontrano Dio, e allo stesso modo le creature terrestri e la natura lo accompagnano. Lo osannano, cantano preci: in un caso gioiscono, nell’altro chiedono perdono. Per loro Dio inizia col sorgere del sole, e con il tramonto del sole la vita si spegne con lui. Egli risorge ogni volta, ed ogni volta muore.

Allo stesso modo il Maestro zen immortale continuamente si risveglia e muore contemporaneamente.

Morendo in un mondo, risorge in un altro. E’ come la coscienza nell’uomo: quando è nel flusso diurno, muore in quello notturno, in quello diurno risorge. Quando è nel flusso notturno, muore in quello diurno, risorge in quello notturno; ma quando è in meditazione, allora non è né lì, né là.

Svetlana conferma: quando si esercita con il Maestro, non si possono “acchiappare le cornacchie”. L’uomo si trova tra due flussi, tra il giorno e la notte, o tra la notte e il giorno.

E’ questa, più o meno, la chiave del libro.

Svetlana:

Sì, è la verità, durante la pratica ti trovi in una profonda quiete, in una quiete libera dalla pressione del proprio “io” su di sé.

E in questo momento il flusso delle forze è incredibile. Il training HORA, soprattutto nel programma femminile, è sia lavoro, che riposo, contemporaneamente. E’ sia lavoro, che riposo, cioè, come minimo si esercita un alto coefficiente di rendimento utile umano.

In questo modo l’uomo sviluppa un’alta difesa nella società, sia psichica, che fisica; esse si esercitano insieme, contemporaneamente.

Tutte le risposte sono date in questo stato meditativo del Maestro. Non giorno e notte, non lì, né là.

Per questo lo “stile delle risposte è orientale” (antico – arcaico – zen – meditativo) “affascinante e, nel medesimo tempo, la sostanza stessa di queste risposte è all’europea, estremamente pragmatica”.

Questo libro è proprio la sintesi dei flussi giorno e notte.

E’ intelletto e sensi, è sensi e intelletto, contemporaneamente.

In alcune risposte un po’ più dell’uno, in altre un po’ più dell’altro; in alcune risposte c’è più notte, in altre più giorno; in alcune risposte più senso, in altre più intelletto. Il movimento del pensiero in questo libro è attraente e interessante.

Vi consiglio di “sfogliare” questa tigre. E’ feroce solo all’aspetto, ma in realtà… (Svetlana ride) è un agnellino.

 

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Il libro "Le favole Zen del Maestro di HORA" è stato appena pubblicato ed è in vendita in Russia e in America.
Attualmente è in corso di traduzione in lingua italiana.
www.horadzen.com.ua
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